"Un uomo che teme di soffrire soffre già quello che teme." Montaigne

30 gennaio 2011

Altamura. 30 gennaio 2011

Finirà questa distanza nel farsi alba

un incresparsi di sogni blunotte

nel mare rossastro della realtà

Finirà questa distanza nella pioggia

una tenue lapidazione di colpe

mai provate mai commesse

Finirà questa distanza nel tempo

quando non sarai più capace

immobile di fingerti morta

Finirà questa distanza in una voce

inespressa un’ennesima volta

nel risponder ai mie richiami

Finirà questa distanza nello sguardo

incontro pastoso di tinte fugaci

contagio e indelebile mistura

29 gennaio 2011

Altamura. 29 gennaio 2011

Della natura umana la bramosia di possesso.

Prima d’incrociare uno sguardo immagino

il possibile futuro in cui l'avrò fatto mio.

E’ tutto una lenta conquista di cui talvolta

perdo il senso profondo. Come accade

dopo mezzora di godimento. E' venuto

già il momento di prendere e buttar via.

Ho gettato lo sguardo appena esaurito,

l'ho deposto per la strada. E' raccolto.

S'allontana dal mio. E torna il desiderio.


E’ l’orgoglio il sentimento più sincero.

E per me non esiste possesso.


25 gennaio 2011

Altamura. 25 gennaio 2011

Scivolano i fogli nell'aria
perdendo in lacrime le parole.
Voci attorcigliate le afferrano
al volo rendendole incomprensibili
- eterne. Sibili invisibili che si tagliano
si inseguono si toccano si intimano
l'un l'altro di andare e non tornare.

24 gennaio 2011

23 gennaio 2011

Altamura. 23 gennaio 2011


Sono abile retore. Dire e non dire, dosare, le parole, come zucchero e lama.
Affondare a granelli.
E può essere solo questione di sguardi. Non l'abbasserò mai per prima.
           Affondare a granelli.
Con te questo gioco non vale, l'hai vinta prima ancora di cominciare.
           Affondare a granelli.
Vivo in una città di cemento, foreranno e riempiranno anche il mio cervello.


         Ed affondo, a granelli.

9 gennaio 2011

Bari. 09 gennaio 2010

Altri tempi, quelli. In cui uscivi sul balcone e suggevi all'aria tutto l'ossigeno che aveva, che rendeva la tua mente leggera.

Ti sembra di respirare l'anidride carbonica che le cedi, senza che metta niente di suo. Forse il tuo respiro s'è fatto via via più forte e pesante, da non concederle alcuno spiraglio. Forse te ne dà ancora, ossigeno, ma non sei più capace di accettarlo.

Profumava l'aria di lavanda e rosmarino, ogni mattino. L'alba era rosa, eppur non ti dispiaceva. La tua mente, leggera.

8 gennaio 2011

Bari. 08 gennaio 2010

Ci sono troppe troppe parole da dover leggere. Molte molte altre che se ne farebbe volentieri a meno.
Costantemente tra le une e le altre mi dimeno. Ogni tanto ricordo quelle da proteggere.



Post post scriptum
                                                RICORDI?
C'era un argine ingrossato;
un libro di Nietzsche
e una frase di Brecht.

- "Perdere."
- "Odiare."
Furono parole pendenti
per prime dalle tue di labbra
(io - per me -
avrei preferito la notte
che brucia lo stomaco
bevuta d'un sorso),
ho sentito spesso la tua

Presunzione = fuggire da se stessi perché assoggettati ad altri

e ne ho ricavato febbri insonni.
        
                                   Eduardo Olmi - Il porcospino in pegaso

6 gennaio 2011