Da cosa dovrei accorgermi ch’è festa?
Dalle serrande chiuse alla finestra?
Da un letto disfatto in lontananza,
quasi fosse infinita questa stanza?
Dalla luce accesa alla scrivania?
Dal silenzio immoto per la via?
Dal freddo che passa sotto i vetri?
Dal fatto che ancor più t’arretri?
Dalla testa che duole dei suoi guai?
Da ciò che non sono stato mai?
Un giorno come un altro, questo mio,
se non peggio. Me ne resto nell’oblio.
bella
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