"Un uomo che teme di soffrire soffre già quello che teme." Montaigne

15 ottobre 2012

Fango

- Diciotto diciannove venti ventuno!
Giocano in strada, nonostante il freddo che in questa stanza mi gela i piedi. Sento il passo lento delle auto, le loro gomme quasi appiccicarsi all'asfalto bagnato, sollevare quella fanghiglia densa, tenersela addosso.
Giocano in strada, nonostante sia già fatto buio. Hanno finito i compiti, si rubano la loro prima libertà.
Immagino i loro volti, le loro corse, i capelli sudati sulla fronte, sulla nuca, i sorrisi, le smofie. Senza gioia né nostalgia, li immagino e basta, tornando continuamente a quell'impasto di acqua e terra che siamo noi umani. La stessa materia di quella melma che rende viscida la strada, che ricopre gli pneumatici. Fango.
No, quando siamo piccoli non ce ne accorgiamo. O forse lo sappiamo meglio, e ci piace giocare, imbrattarci le mani, i vestiti, saltare nelle pozzanghere. Sappiamo che non è pericoloso, che è parte di noi. Crescendo, ci facciamo paura. Impariamo ad avere paura. Ci insegnano ad avere paura.

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